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Caliendo vuole un candidato sindaco azzurro

Il Senatore e commissario di Forza Italia invoca maggiore spazio e ricorda alla Lega: “Quando avevamo più voti di voi, cedevamo la fascia tricolore per ragioni di responsabilità”. Altrimenti? “Andiamo soli”

Centrodestra unito, ma anche no. 

In provincia di Varese Forza Italia rivendica maggiore spazio e chiede agli alleati di coalizione di candidare un azzurro al ruolo di sindaco in una delle principali città interessate al voto amministrativo: Varese, Busto Arsizio e Gallarate.

Per quanto riguarda il capoluogo, spiega il commissario provinciale e Senatore Giacomo Caliendo, puntiamo tutti su Roberto Maroni: “Finché il candidato è lui, non c’è spazio per alcuna alternativa: l’ex ministro ha la caratura, lo spessore e l’esperienza adeguate per guidare al meglio la città giardino”.

Discorso diverso per quanto riguarda Busto Arsizio e Gallarate: “Il partito di Berlusconi ha sempre dimostrato di credere fortemente nell’importanza dell’unità della coalizione, ma non accetto le parole di Matteo Bianchi quando dice che la Lega, visto il maggiore consenso di cui gode il partito di Salvini, ha tutte le ragioni per imporre la ricandidatura degli uscenti, Emanuele Antonelli e Andrea Cassani”.

Ricordo agli amici salviniani – puntualizza Caliendo – che negli anni in cui Forza Italia godeva di un bottino di voti di gran lunga più ricco rispetto a quello leghista, gli azzurri lasciavano comunque la fascia tricolore all’alleato”.

Detto questo, chiosa il Senatore, “A noi i nomi forti e competitivi non mancano (su Gallarate l’eventuale rientro in campo di Nicola Mucci è più che un’ipotesi), pertanto, se per caso la nostra istanza venisse rigettata, siamo pronti ad andare soli al primo turno, pur restando ben piantati nel centrodestra“.

Ma dal punto di vista programmatico, da dove ripartire? “Dal dramma del covid – sentenzia l’ex magistrato – Se la provincia di Varese è stata una delle più colpite dalla seconda ondata, qualche responsabilità bisognerà per forza accertarla, individuarla e correggerla”.

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