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“Centrodestra disintegrato in 64 giorni”

Marco Pinti, commissario della Lega di Varese, commenta così il voto di ieri in consiglio comunale, che di fronte alle linee programmatiche del sindaco ha visto l’uscita dall’aula di Forza Italia. Tensioni in FDI: Giordano vota contro, Zocchi si astiene

La sciagurata scelta dei consiglieri che non hanno partecipato alla votazione sulle linee programmatiche rappresenta uno smacco a tutti gli elettori del centrodestra, ai militanti, a Matteo Bianchi e al resto della coalizione.
Le linee programmatiche determinano gli schieramenti: sono un voto di appartenenza, di identità, di orgoglio anche nella sconfitta.

Così Marco Pinti (nella foto), commissario della Lega di Varese, commenta il voto alle “Linee Programmatiche“, esposte in consiglio comunale dal sindaco Davide Galimberti e approvate con un esito che vede la maggioranza compatta e la minoranza divisa in rivoli, pieghe e fuoriprogramma.

A far discutere, infatti, non sono certo i 21 voti favorevoli, bensì la reazione, a dir poco variegata, delle opposizioni di centrodestra, che contano 5 contrari, 3 esponenti usciti dall’aula (Longhini, Esposito e Boldetti) e un astenuto, Luigi Zocchi, capogruppo di Fratelli d’Italia, ma unico intestatario di una decisione che rappresenta solo la sua persona (“Ho ricevuto risposte soddisfacenti dal sindaco. Pertanto – spiega il noto farmacista – ho deciso di rimandare ad altra data un pollice verso che dovrebbe legarsi ai contenuti non al pregiudizio).

Di tutt’altro avviso il suo partito, conferma una nota diffusa dai vertici locali di FdI, che riecheggiano e sottoscrivono il NO di Salvatore Giordano, attaccando duramente la linea azzurra).

Ferito e offeso Matteo Bianchi, candidato sindaco di un centrodestra che, 64 giorni fa, nel giorno delle elezioni amministrative, inneggiava orgogliosamente alla unità della coalizione e che oggi, commenta con amarezza il deputato leghista: “Ha gettato alle ortiche qualunque residuo di compattezza, sacrificando sull’altare del personalismo e degli orticelli lo spirito di un’alleanza che, in prima persona, ho rappresentato e garantito”.

Caustica la chiosa di Pinti, che riafferma l’idea di un Carroccio intenzionato a fare opposizione solitaria: “per esprimere un’appartenenza occorre averne una. Occorre vivere un’identità. Essere capaci di farlo vibrare, un orgoglio. Capisco che non sia da tutti,.

 

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