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Varese: Il caso Cocchiere politicizza la burocrazia

Cocchiere resta al timone della Commissione Lavori Pubblici e il dibattito si concentra sull’arma del cavillo

Per alcuni un caso, per altri una tempesta in un bicchier d’acqua. Per tutti una polemica, da affrontare e risolvere nella sede più indicata: quella Commissione Lavori Pubblici da cui tutto è iniziato.
Risultato finale, Maria Paola Cocchiere resta al timone, col voto della maggioranza e l’astensione dell’opposizione.
Capitolo chiuso, sì. O quasi. Perché se è vero che la bufera scatenata dalla “convocazione a singhiozzo” può dirsi archiviata, è altrettanto vero che il dibattito odierno, trasmesso online, ha aperto un’altra partita. Un confronto imprevisto, verrebbe da dire involontario, ma di gran lunga più interessante rispetto a quello originario. Almeno sul fronte giornalistico. La protagonista della seduta, infatti, non era tanto la presidenza, quanto la burocrazia. Codici e codicilli, norme e cavilli, regole, regolette e regoline, che impastano la macchina comunale, per certi versi la tutelano e la garantiscono, per altri la ingolfano.
In tal senso, sarebbe utile e costruttivo se la garbata discussione di oggi tra maggioranza e opposizione fosse la prima puntata di un “sovradibattito” tutto da sviluppare. Una preziosa occasione per avviare riforme, modernizzare qualche passaggio, sciogliere qualche nodo e, magari, stringendone altri. Insomma, far sì che la politica si riappropri di qualche spazio, dipanando la lana caprina anziché restarne imprigionata.

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