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Assunzioni in Provincia, mazzata della Corte dei Conti

I magistrati, a seguito di un esposto di Giuseppe Longhin, bocciano sonoramente la decisione dell’amministrazione Vincenzi di assegnare all’esponente dem Martina Cao, già vicesindaco, il ruolo di capo gabinetto. Per quest’ultima, nessuna conseguenza. Ma la CdC chiede di restituire all’ente 130 mila€

Brutta tegola sui vertici della passata amministrazione provinciale, guidata dall’allora presidente Gunnar Vincenzi.

In oltre 30 pagine, la Corte dei Conti stigmatizza severamente l’assunzione di Martina Cao al ruolo di capo di gabinetto e intima ai vertici di allora (di Villa Recalcati e, in misura minore, a quelli del Comune di Ispra) di rimborsare all’ente quasi 130.000€.

Correva l’anno 2014 e l’esponente PD, già vicesindaco di Ispra, fu assunta dalla Provincia in qualità di capo di gabinetto: incarico da circa 38 mila euro l’anno.

La scelta venne subito attaccata dall’opposizione, in particolare dall’allora capogruppo Lega Giuseppe Longhin, che la definì illegittima e presentò un esposto alla Corte dei Conti: non a caso, nell’atto in oggetto, il pm rincara la dose delle critiche, affermando che, i vertici di allora, avrebbero dovuto dare ascolto ai dubbi sollevati dalla minoranza.

Il documento della CdC, e quindi l’onere del rimborso, grava su Gunnar Vincenzi, gli allora segretari dell’ente (Tramontana e Maddaluno) e, per un presunto danno all’immagine del municipio, agli allora vertici del Comune di Ispra. Per la diretta interessata, Martina Cao, non è prevista alcuna conseguenza.

Ora i diretti interessati hanno 45 giorni per depositare deduzioni o documenti a suffragio della propria posizione e a difesa delle proprie scelte.

L’amministrazione Vincenzi fece parlare di sé per il duro affondo contro i suoi predecessori del centrodestra (capitanati dal leghista Dario Galli), accusati dalla galassia PD di aver mal gestito i denari dell’ente.

 

 

 

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