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Bollette e orizzonti, il diluvio secondo Giorgetti

Ospite dell’Associazione per il Progresso del Paese fondata dai coniugi Ambrosetti, il Ministro dello Sviluppo Economico prevede tensioni sociali e auspica il salto di qualità dei partiti

Prima un omaggio alla memoria di Piero Angela, che dell’Associazione per il Progresso del Paese, fondata da Lella e Alfredo Ambrosetti è stato un convinto sostenitore.

Poi uno sguardo a una platea virtuale almeno quanto sbalorditiva per qualità e autorevolezza di rilievo internazionale.

Quindi, spazio alla relazione del giorno, affidata al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, protagonista di quello che Alfredo definisce “lavoro disumano” viste le tante responsabilità assunte e le tante magagne ereditate.

Impegno effettivamente tosto che il diretto interessato liquida con una battuta quando dice che “durerà ancora poco”, vista la scadenza ormai prossima del Governo Draghi. Aggiungendo, però, che al premier uscente verrà probabilmente assegnato un incarico di alto livello su scala europea, a dimostrazione del prestigio di cui gode e dell’importanza che riveste sullo scacchiere internazionale.

Ma quello organizzato dagli Ambrosetti e moderato da Andrea Rittatore Vonwiller non è certo un appuntamento formale.

Giorgetti entra subito nella carne viva del presente quando profetizza un diluvio economico che potrà essere contrastato solo tendendo una mano all’economia reale, cioè a quelle imprese che costituiscono il tessuto nevralgico del Sistema Paese, ieri fiaccato dalla pandemia e oggi massacrato dal caro bollette.

Un problema, incalza il Ministro, che affonda le radici nella spaventosa fame di energia della Cina, ben prima della guerra russo-ucraina, e che va affrontato con l’immediata revisione delle regole comunitarie cui fanno capo le tariffe. In tal senso, in serata, arriva la doppia apertura dei vertici UE sul tetto ai prezzi e sulla distinzione tra gas e altre fonti, con riferimento a quelle rinnovabili che, sentenzia Giorgetti, entro la fine del 2024 dovranno alimentare l’Italia, insieme al gas non di provenienza russa.

Dopodiché, un auspicio e un’angoscia: il primo riguarda il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che, scandisce l’esponente della Lega ricandidato in Valtellina, dovrà essere adeguato alle nuove esigenze.

La seconda prevede l’acuirsi delle tensioni sociali: “Quanto può durare – chiede – una parentesi storica nella quale ci sono imprese che cercano addetti e potenziali lavoratori a casa col reddito di cittadinanza?”

Infine, un appello ai prossimi inquilini di Governo e Parlamento affinché facciano un salto di qualità, superino le battaglie ideologiche e dimostrino al Mondo e ai Mercati che l’Italia è un Paese responsabile sul quale vale la pena scommettere e investire.

Insomma, quello in collegamento da Roma, con polo sportiva e sfondo ministeriale, è un Giorgetti più tecnico che politico, molto istituzionale e poco appassionato alle schermaglie di una campagna da cui sembra coinvolto più per abitudine che per volontà.

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