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Crepet: “Portiamo a scuola i reduci del Covid”

Lo psichiatra, interpellato da Rosario Rasizza, suggerisce di inserire nel programma scolastico dei ragazzi più grandi una serie di incontri con persone che hanno provato sulla propria pelle il coronavirus: “I nostri giovani non sanno che con la morte di un anziano perdiamo un pezzo di libertà”

La domanda di Rosario Rasizza, ideatore del laboratorio di idee noto come “Il Sogno che VA” è semplice e diretta: “Come potremo fare tesoro della malattia, che ci ha fatto sentire così deboli e vulnerabili?“.

L’Amministratore di Openjobmetis non parla per sentito dire, ma per esperienza diretta, visto che il coronavirus lo ha colpito malamente, costringendolo a un lungo periodo in ospedale e a una lenta, ma fortunatamente completa, ripresa. La domanda è rivolta a Paolo Crepet, noto psichiatra e sociologo, ospite della più recente serata, ancora una volta virtuale (sulla piattaforma Zoom) e di grande partecipazione: 130 gli invitati che hanno risposto presente.

La proposta dell’esperto, ma anche educatore e scrittore, è destinata ad avviare un interessante dibattito:

“Credo che sia giusto portare nelle scuole chi ha contratto il Covid e ha vinto la sua battaglia, affinché racconti ai più giovani la propria esperienza. Ricordando che chi non ce l’ha fatta, specie i più anziani, hanno portato via con sé un pezzo della nostra libertà”.

 

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