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Melanoma, casi in aumento. “Imparate a proteggervi”

120 pazienti in più nel 2021, per un totale di 1.300 persone seguite. L’Ospedale di Varese presenta l’equipe multidisciplinare che veglia sulla nostra pelle: “Diagnosi precoce fa rima con salvezza”

 Il melanoma è uno dei tumori più aggressivi che, quando degenera in metastasi, conduce a morte in 5 anni 4 pazienti su 5.

Ciò che conta, quindi, sono diagnosi precoce, interventi solerti e multidisciplinari e, prima ancora, attenzione per noi stessi.

Lo spiega bene l’Ospedale di Varese quando invita a esplorare con attenzione la propria pelle e soffermarsi su eventuali lesioni asimmetriche, con bordi o colore irregolari, dimensioni mutevoli, soprattutto se di maggiori rispetto alla media dei nei (più di 6mm). In tutti questi casi è bene farsi controllare.

Anche perché, se di tumore si tratta, una diagnosi sufficientemente rapida porta a un’altissima probabilità di guarigione (oltre il 90%).

Nell’ambulatorio dedicato all’interno della Dermatologia dell’Ospedale di Circolo, i numeri sono in deciso aumento: rispetto ai 39 casi del 2011, sono 120 i nuovi casi del 2021, per un totale di 1300 pazienti seguiti in follow-up.
Dal 2020 abbiamo attivato un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale specifico – spiega il Dott. Maurizio Lombardo, che da anni si occupa di questa patologia – e dal 2021 siamo diventati un centro di riferimento regionale per il melanoma cutaneo familiare e multiplo, grazie alla stretta integrazione con gli altri specialisti coinvolti.

 

Il primo passo, spiegano gli esperti, è la valutazione del sospetto tumore con il dermatoscopio e il videodermatoscopio.

 Se il sospetto è confermato, si procede con un primo intervento, eseguito dallo stesso dermatologo, che prevede l’asportazione della lesione e l’esame istologico.
Se quest’ultimo esame conferma la natura maligna, si procede ad un ulteriore intervento, che si chiama ampliamento, e che può essere eseguito dallo stesso dermatologo o dal dermatologo insieme al chirurgo se è necessario asportare anche il linfonodo sentinella.
Il discrimine è nello stadio della lesione – prosegue Lombardo – se il melanoma è in uno stadio iniziale, si procede solo all’ampliamento, ovvero all’asportazione del tessuto circostante, e poi si eseguono degli esami diagnostici di controllo, quali tac ed ecografie. Se invece lo stadio della malattia è più avanzato, si procede all’asportazione del linfonodo sentinella e poi si imposta una terapia adeguata”. Ed è qui che entrano in gioco altri specialisti, a cominciare dagli oncologi.
Tornando alle percentuali: “Al 91% dei nostri pazienti il melanoma viene diagnosticato in tempo, solo il 9% dei pazienti ha metastasi e, di questi, il 100% viene curato con le moderne terapie immunologiche. La percentuale di guarigione con una diagnosi precoce è di oltre il 90%”.
“A volte – conclude Lombardo – i pazienti pagano lo scotto dei passi falsi commessi 20 o 30 anni prima. E’ necessario, ad esempio, proteggere la pelle dal sole, specie per le carnagioni più chiare. Una regola che deve valere per tutti, a cominciare dai più piccoli“.
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