L’idea nasce negli Stati Uniti 2014 grazie a Jen Brockman e Mary Wyandt-Hiebert, esponenti dell’Università del Kansas in prima linea nella lotta culturale alla violenza sessuale. Il loro obiettivo era di infrangere a colpi di verità gli stereotipi e i luoghi comuni di confonde prevaricazione con provocazione e cerca di addossare alla vittima la responsabilità dell’aggressione. Per questo la mostra, italianizzata su impulso di “Libere Sinergie” traduce letteralmente il titolo dell’originale, “Com’eri vestita?”, domanda odiosa cui molte donne si sono trovate costrette a rispondere, subendo, di fatto, una seconda violenza. Significativa la scelta di portare l’esposizione, con i suoi 17 manichini, abbigliati in modo diverso e riflessi di 17 storie di violenza purtroppo autentiche, al Terminal 1 di Malpensa, crocevie di tanti viaggi, di tanti sguardi, di tante vite e di diverse sensibilità. A presentare l’iniziativa la presidente di SEA Michaela Castelli, Silvia Cattafesta di Libere Sinergie, la psicologa Nadia Muscialini e l’attrice-narratrice Lella Costa.
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Malpensa: "Com’eri vestita?", la violenza dello stereotipo
Al T1 di Malpensa la mostra che ripercorre 17 vere storie di violenza sulle donne e di odiosi luoghi comuni
- Pubblicato il
Matteo Inzaghi
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