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Legnano-Varese, colpi proibiti

Parapiglia allo Stadio Mari dopo Legnano-Varese. Sono dovute intervenire le forze dell’ordine

Poteva finire lì. Con il fischio finale dell’arbitro dopo un Legnano-Varese bello, vivo, giocato e combattuto fino all’ultimo istante. Invece, anche questa volta, si è dovuto giocare quel terzo tempo di tradizione tutta calcistica che nulla ha a che vedere con quello del rugby. Pochi minuti dopo la fine dell’incontro, le due tifoserie di Legnano e Varese hanno provato a entrare in contatto. I supporter lilla hanno attraversato la zona neutra per trovare muso a muso il settore occupato dai varesini. Di mezzo, per fortuna almeno le barriere. Sono volate parole, gesti e poi ombrelli e bandiere, fino al tentativo di scavalcare che ha portato le forze dell’ordine ad intervenire con scudi e manganelli per evitare che la situazione degenerasse. Il tutto ha fatto ben poco rumore. Forse perché in fondo è durata una decina di minuti, o forse perché non si è fatto male nessuno. Oppure perché ci siamo abituati anche dalle nostre parti a scene come questa. È diventato quindi normale che dopo una partita di calcio si finisca a farsi giustizia per uno sfottò di troppo o per un risultato che non ci si aspettava. Fa però sempre una grande impressione dover assistere all’intervento della polizia in tenuta anti sommossa e fa ancora più impressone vedere dei papà, dall’altra parte dello stadio, che sono costretti a spiegare ai figli che «purtroppo queste cose succedono». Non si è fatto male nessuno, certo, è durata poco. Ma non ci si può arrendere alla normalità.

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