Una volta quanto spassosa ricostruzione della "lombardità".
È quella proposta da Marco Pinti su "Il Bobo", rivista e sito internet dedicati alla memoria di Roberto Maroni e all'essenza del suo approccio politico, culturale e orgogliosamente territoriale.
Ecco, in versione integrale, la definizione di lombardo secondo l'arguto decalogo-Pinti:
"1. Un lombardo è una persona che è sempre dietro a quello che fa.
“Vieni a fare un aperitivo? Non posso, sono ancora dietro a studiare”.
“Scusa se non ti ho risposto, ero dietro a tagliare il prato”.
“E’ un periodo che, guarda, tutti i giorni son dietro a un problema nuovo”.
Non è che ci nascondiamo, ma preferiamo che le nostre azioni parlino per noi.
2. Un lombardo non concepisce il potere senza l’idea del “fare”.
Giuseppe Zamberletti, la Protezione Civile.
Alfredo Ambrosetti, il Forum Ambrosetti.
Umberto Bossi, la Lega.
Silvio Berlusconi, la Fininvest e il Milan.
3. Un lombardo si sente soprattutto europeo,
perché è stato
tedesco per 200 anni (X-XI sec.),
spagnolo per 150 (XVI- XVII sec.),
francese per 50, in due comode rate (XVI-XIX sec),
austriaco per 150 (XVIII-XIX),
italiano per 160 (XIX-XX-XXI).
N.B. Bresciani e Bergamaschi fanno storia a parte, tanto per cambiare…
4. Un lombardo non capisce la felicità. O meglio, non si fida.
Mai sentito un lombardo dire “sunt felis…”
Un lombardo, al massimo, è “alegher”.
Dal latino: “alacer” – alacre, attivo, industrioso.
Siamo allegri quando solo quando stiamo combinando qualcosa (vedi 1).
5. Un lombardo crede di poter risolvere qualsiasi problema con un’infrastruttura adeguata.
Non importa che sia una strada, un ponte, un aeroporto, un sistema di irrigazione, una protesi bionica, un’agenzia matrimoniale, un mazzo di fiori, un taglio di capelli, un corso di yoga…basta che la soluzione sia un qualcosa, un quaicoss.
6. Un lombardo è sempre in imbarazzo quando deve chiedere per sé.
È capace di trovare un beneficio sociale, una ragione di sistema, un rimbalzo positivo di Piazza Affari, pur di non ammettere di avere bisogno lui, e lui solo, di qualcosa che non ha. Ma appena gli capita di chiedere per qualcun altro, allora diventa Robin Hood.
7. Un lombardo non è semplicemente ingenuo. È incantato dal suo stesso disincanto.
Diego Abatantuono, praticamente.
8. Un lombardo prova un primordiale stupore davanti a qualsiasi reato.
La frase “Salutava sempre” non suona bene con nessun altro accento.
9. Un lombardo capisce davvero un concetto soltanto se riesce a farlo ridere.
Per esempio, che “il treno è sempre il treno”.
10. Un lombardo legge solo articoli brevi e questo è già quasi al limite".






