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Marco Pinti, cantore della rivoluzione ipotetica

Matteo Inzaghi intervista lo storico esponente Lega nelle vesti di scrittore, alla luce del suo primo romanzo “Il Periodo Ipotetico”: un acrobatico intreccio di Storia e storie, passioni e tensioni, cementate dalla incrollabile fiducia che l’autore nutre nei confronti dell’essere umano

Marco Pinti presenta il suo primo libro, “Il Periodo Ipotetico” e nella chiacchierata tutta varesina con Matteo Inzaghi racconta genesi e ragion d’essere di un romanzo che affonda le radici negli anni passati, “quando tutto sembrava più facile e più scontato”.

Noto sul territorio per il suo approccio politico sui generis, caratterizzato da impegni e incarichi dall’indubbio peso specifico, ma anche da un’eterna passione per la cultura popolare, riflessa nel sorriso beffardo, nell’abbigliamento casual, nella battuta pronta e nell’amore viscerale per l’impasto classico-umanistico che lo ha formato, Marco  parte da una Francia innervata di tensioni destinate ad esplodere, di stati frantumati, di economie vacillanti, di scenari sconvolti e sconvolgenti sui quali spuntano il sole del cambiamento, il valore dell’appartenenza e l’incrollabile convinzione che l’uomo, se lo desidera, può fare davvero la differenza.

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