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Shoah, Varese ricorda lo scempio dell’umanità

Giorno della Memoria, coi discendenti dei militari deportati e le forti parole del Prefetto in difesa di Liliana Segre

Auschwitz è fuori da noi, ma intorno a noi. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia. Parole con cui Primo Levi invitava le generazioni successive a tenere la guardia alta, affinché l’orrore non si ripetesse. 

A citarlo è Gianmarco Gaspari, docente dell’Insubria intervenuto al Giorno della Memoria, organizzato a Varese da Prefetto e amministrazione comunale, alla presenza di forze dell’ordine, ufficio scolastico e tanti cittadini comuni, a cominciare dai discendenti di soldati varesini che rifiutarono l’adesione alla Repubblica Sociale, venendo per questo rinchiusi nei lager nazisti.

Onore alla memoria di Manlio Della Chiesa, Angelo Luoni, Cesare Magostrali, Alvise Dell’Acqua, Dante Migliavacca, Giorgio Rovelli, Stefano Bartolo e Giovanni Cantoreggi.

Tornando alla giornata varesina, segnaliamo l’intervento di EnzoLa Forgia, docente del Liceo Cairoli, tornato alle leggi razziali e al folgorante articolo pubblicato dal Popolo d’Italia, a firma Benito Mussolini, il quale illustrava e giustificava la bontà delle misure discriminatorie.

E quelli del presidente Anpi Claudio Macchi e del provveditore Giuseppe Carcano, accomunati dal valore intrinseco della memoria e della testimonianza.

Tutt’altro che di circostanza, ma anzi toccanti, le parole del Prefetto Enrico Ricci, che ha nuovamente fatto riferimento a Liliana Segre e alla necessità di metterla sotto scorta: una vergogna, specchio di un Paese che, nonostante il passare del tempo, ha ancora qualche odioso fantasma da debellare.

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