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Su Varese risplende il sorriso di San Giuseppe

Tradizione e spensieratezza, liturgia e buonumore, hanno gioiosamente invaso il cuore della città, a suon di tortelli, poesie, costumi d’epoca e voglia di Pace

Pace e bene. Uno dei saluti cristiani più belli e significativi, che in questi giorni di buio e violenza risuonano con la potenza della semplicità che solo una tradizione popolare può racchiudere.

Sarà per questo che la festa di San Giuseppe, così genuina e partecipata, spensierata ma anche ricca di solennità liturgica, è apparsa quest’anno ancor più gradita.

Merito del Comitato, che dopo 2 anni di stop pandemico ne ha rinverdito i fasti e rinfrescato la formula. Merito dei tanti varesini che hanno festeggiato i papà proponendo versi poetici in italiano e dialetto. Merito delle sapienti mani che hanno realizzato i golosi tortelli (più di 900 i sacchetti venduti), ma anche degli anziani del centro di via Maspero, artefici della sfilata in costume, dell’esibizione musicale curata da Marina Mazzoli e Valentina Vanetti, del peso simbolico di bulbi e candele votive.

E merito della capacità di affidarsi a valori imprescindibili che oggi vengono messi a così dura prova: pace, perdono, slancio solidale: padroni di casa di una due giorni disseminata di piccoli gesti ricolmi di speranza.

A margine, l’organizzatrice Sonia Milani sottolinea l’importanza di un ringraziamento civico e affettuoso ad Angelo Monti, pilastro di una Varese che sa vivere, raccontare e voler bene.

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