Gallarate: Export alimentare, “Dazi USA? Il settore reggerà”

Confindustria Varese fa il punto su settore “Alimentari e bevande” dopo annunci e contro annunci sui dazi USA

Si è tenuta nella sede a Gallarate di Confindustria Varese, l’Assemblea del Gruppo merceologico “Alimentari e Bevande” composto da 25 imprese per un totale di 3.202 addetti. Al centro, il disordine commerciale alla luce dei nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump negli Stati Uniti, tra annunci e contro annunci, le prospettive sui mercati internazionali dei prodotti made in Varese, il focus sullo specifico spaccato statunitense che negli ultimi anni si è affermato tra i principali sbocchi dell’export di prodotti dell’industria alimentare italiana e varesina.

“I dazi non devono spaventarci. Il settore alimentare italiano ha basi solide e un mercato interno forte”. È questo, in sintesi, il messaggio emerso dall’intervento di Luigi Pelliccia, Referente dell’Ufficio Studi di Federalimentare, ospite dell’Assemblea di Confindustria Varese – Alimentari e Bevande.
A incalzarlo con domande sulla nuova politica economica di Trump è stato Remo Giai, presidente della sezione merceologica di cui fanno parte le imprese attive nelle filiere di birra, dolci, cioccolato, prodotti lattiero caseari, lavorazione ittiche e di carne, mugnai, vini e liquori, che ha sottolineato le incognite tra annunci di dazi e contro-annunci di sospensione delle guerre commerciali.

Si tratta di un settore che, nel 2024, ha sfiorato i 798 milioni di euro di esportazioni grazie ad un balzo in avanti, rispetto all’anno precedente, messo a segno sia dal comparto dei prodotti alimentari con un +9,2%, sia da quello delle bevande con un +1,9%. Un trend che fa del settore un’eccezione nell’andamento generale negativo dell’export varesino che, sempre nel 2024, è diminuito del -7,2%. Solo le imprese dei mezzi di trasporto (+9,5%) hanno saputo fare meglio di quelle alimentari.

Pelliccia ha però tracciato un quadro tutt’altro che allarmante: “Nel 2024 l’export ha rappresentato il 29% del fatturato dell’industria alimentare nazionale, pari a 56,7 miliardi su 197 totali. Sono numeri record, ma il nostro settore resta saldamente ancorato al mercato interno. È proprio sull’alimentare che gli italiani tendono a risparmiare meno”.
Secondo Federalimentare, le eventuali ripercussioni sui mercati esteri – Stati Uniti in primis – saranno contenute: “L’impatto ci sarà, ma sarà legato al tipo di prodotto esportato. Non è detto che il ruolo strategico del mercato USA venga ridimensionato”.

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