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Produzione a picco, Univa: “Malpensa trampolino della ripresa”

Oltre il 77% delle imprese segna un calo. Il presidente Grassi chiede una scossa: “Giù il costo del lavoro, riaprire i cantieri, più infrastrutture”. Appelli a Lombardia, per Pedemontana, e a Varese, per il superamento della ZES e l’avvio di APE

Fa un certo effetto parlare dell’Assemblea degli Industriali senza la consueta cornice di interventi, scenografie hollywoodiane e partecipanti prestigiosi. L’evento di Malpensafiere, a causa dell’emergenza covid e delle distanze di sicurezza, è stato rinviato a data da destinarsi.

Sul tavolo, però, sono rimaste le istanze: gravi, drammatiche, urgenti. Affidate, nella componente privata dell’appuntamento, svoltosi in videoconferenza, al Presidente di UNIVA Roberto Grassi e al suo ventaglio di richieste, proposte, rivendicazioni.

I dati parlano chiaro e immortalano una crisi spaventosa: il 77,4% delle imprese registra un calo nella produzione. Il calo di fatturato è del 35%, così come quello del consumo di energia, abbattuto dal lungo lockdown e appesantito dalle ore di cassa integrazione: 15,4 milioni in 4 mesi (nell’intero 2019 erano 5).

Ma l’intervento del numero uno della Confindustria varesina non si limita a sfogliare lo spesso cahier de doléances. Vuole, al contrario, indicare la via che porta alla ripresa, “alla larga dalla logica dei finanziamenti a pioggia e con la barra dritta sulla cultura d’impresa”.

Al Governo nazionale Grassi chiede una seria politica industriale, che si traduca in alcuni passaggi concreti: abbattimento del cuneo fiscale, sostegno degli investimenti privati, sul modello di Industria 4.0; riavvio dei cantieri;  pagamento immediato dei debiti della PA; riforma del sistema fiscale.

A Regione Lombardia, gli industriali chiedono il completamento di Pedemontana e, alla Provincia di Varese, un impegno serio per i collegamenti con il nord e l’area dei laghi.

Capitolo a parte, il destino di Malpensa, motore imprescindibile di qualunque rilancio, nonché Area di Propulsione Economica, concetto che, nei desiderata di Univa, dovrebbe superare la logica delle Zone Economiche Speciali, da tempo invocate e, finora, mai attuate). A differenza della ZES, basate sulla defiscalizzazione, le APE, già adottate in alcune zone portuali, puntano ad attrarre investimenti in maniera attiva, attraverso la strategica combinazione di incentivi e agevolazioni.

 

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