“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”. Evidentemente, non quelli di Stefano Binda. Questo, almeno, secondo la Corte d’Assise d’Appello di Milano, che ieri sera ha assolto l’uomo, 52 anni di Brebbia, dall’accusa di aver ucciso Lidia Macchi nel Gennaio 1987. Dopo 3 anni e mezzo di carcere, Binda è tornato a casa da uomo libero. E dopo 32 anni Lidia e la sua famiglia non conoscono ancora nome e volto del killer. La frase del nostro incipit non è casuale: ci riporta ad una magnifica poesia di Cesare Pavese, ma anche ad una parte integrante dell’impianto accusatorio.
ULTIMA ORA
- Ucraina in pressing su G7. Allarme Cia: senza armi Usa, Kiev può crollare
- Ue, Meloni si sfila da ‘toto-Draghi’: “Nome autorevole, ma ora è filosofia”
- Gli Stati Uniti mettono il veto su adesione piena Palestina all’Onu
- Champions League, Italia avrà 5 squadre
- Pechino Express, Amiche vincono settima tappa
- Europa League, Atalanta-Liverpool 0-1: nerazzurri in semifinale
- Roma-Milan 2-1, giallorossi in semifinale Europa League
- Ilaria Salis, Mimmo Lucano: “Candidata alle Europee? Sono contento”
- SuperEnalotto, estrazione oggi: combinazione vincente 18 aprile 2024
- Conference League, Fiorentina-Viktoria Plzen 2-0: viola in semifinale
Binda assolto, ma non c’è pace per Lidia
La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha deciso: il 52nne di Brebbia è innocente. Lui è già tornato a casa. E la morte della giovane resta, dopo 32 anni, senza un responsabile
- Pubblicato il
Matteo Inzaghi
Articoli correlati
Redazioni
Categorie
© 2023 - Totopartners s.r.l. | via delle industrie, snc - 21040 Gornate Olona (VA) | P.IVA 09164771009