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Lavoro, persi 9 mila posti in un anno

Gli occupati, a fine 2020, scendono da 384 a 375 mila unità. A pagare il prezzo più salato, donne e giovani. Settori più colpiti, ristorazione e alberghiero. Cresce il numero di persone che, sfiduciate, smettono di cercare un impiego

La situazione è difficile e col tempo, non può che peggiorare. Incipit impietoso ma realistico, che ancora la propria fondatezza su un’amara constatazione: lo sblocco dei licenziamenti alzerà il livello del disagio.

Camera di Commercio mette nero su bianco l’oscuro presagio, complici i dati elaborati dal suo Ufficio Studi.

Il 2020, l’anno di inizio della pandemia, ha pesantemente penalizzato il mondo del lavoro varesino, perdendo per strada 9 mila posti (6 mila e 600 solo nel settore alberghiero e della ristorazione). Gli occupati sul territorio provinciale, infatti, sono oggi 375 mila, a fronte dei 384 mila di inizio 2020.

Il tasso di occupazione è sceso dal 66,7 al 65,5%, in linea con l’analogo arretramento registrato su scala nazionale e regionale.

A spaventare, poi, è l’effetto sfiducia, riflesso nel numero di numero degli inattivi, cioè di coloro che non lavorano né cercano lavoro, cresciuti da 164 a 173 mila.

A pagare il prezzo più salato del crollo, le donne (con un calo di occupate decisamente marcato, dai 171 a 162 mila) e i giovani tra i 17 e i 29 anni. La disoccupazione di questi ultimi è salita dal 13,5 al 17%, dinamica agevolata, purtroppo, dal mancato rinnovo dei contratti a termine.

Nel frattempo – conclude la nota camerale – si è in attesa che dall’8 aprile diventino operative le misure a sostegno del lavoro contenute nel “Decreto Sostegni”. Così, le aziende che hanno la cassa integrazione ordinaria potranno chiedere 13 settimane tra il 1° aprile e il 30 giugno di quest’anno con causale Covid senza contributo addizionale. Secondo la bozza entrata in Consiglio dei Ministri, saranno invece concesse al massimo 28 settimane tra il primo aprile e il 31 dicembre 2021 per quei lavoratori che non sono tutelati da ammortizzatori ordinari
ma hanno l’assegno di solidarietà o la cassa in deroga. Anche in questo caso non è chiesto un contributo addizionale. Parallelamente, il blocco dei licenziamenti individuali e collettivi viene prorogato fino a tutto giugno. Poi, sino al temine del mese di ottobre è previsto un ulteriore divieto ai licenziamenti per le aziende che usufruiscono del trattamento della cassa integrazione Covid. Vengono riproposte le eccezioni previste dall’ultima legge di bilancio, per esempio nel caso di un’azienda che cessi la propria attività. Inoltre, fino al 31 dicembre non sarà necessario aver lavorato almeno 30 giorni negli ultimi 12 mesi per ottenere la Naspi, l’indennità mensile
di disoccupazione”.

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