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Varese: Sindaci contro ANAC, Sartorio “Comuni paralizzati”

Nuove regole ANAC e nei piccoli Comuni è paralisi. Sartorio (Comunità Montana): “Impossibile fare acquisti”

“Soffocati da una burocrazia miope e inutile”. Si apre così la lettera di fuoco che l’Associazione dei Piccoli Comuni d’Italia ha inviato ai vertici del Governo.
Al centro dell’attenzione, la paralisi degli enti locali di fronte alle nuove regole imposte da ANAC per l’acquisto di beni o l’affidamento diretto dei servizi.
A spiegarci meglio la faccenda è Paolo Sartorio, presidente di Comunità Montana del Piambello, che alla missiva dell’associazione ha aggiunto una propria comunicazione indirizzata ai Ministri dell’Interno (Piantedosi), delle Infrastrutture (Salvini) e della Pubblica Amministrazione (Zangrillo) e che va dritto al punto: “Dal 1 Gennaio, per qualunque Comune, è diventato impossibile acquistare un sacco di cemento, così come cambiare la camera d’aria di uno scuolabus. E questo perché, dall’oggi al domani, si è deciso in modo unilaterale di vietare l’utilizzo della piattaforma Smart CIG (il codice identificativo gara, che da 12 anni viene associato a ogni singola fornitura) e di riversare l’intero . “Si trattava – prosegue Sartorio – di un sistema intelligente e rapido, che per acquisti o esborsi di piccola entità, garantiva trasparenza e risparmiava ore di inutili scartoffie”.
A causa della decisione di ANAC, al contrario, non sembra esserci più alcuna differenza tra un acquisto di pochi euro e una spesa milionaria. “Chi ha preso questa decisione – si legge nelle nota di ANPCI – non ha alcun rapporto con la realtà e vive in un mondo tutto suo”.
In compenso, la nuova piattaforma dei contratti pubblici elaborata da ANAC viene accusata di scarsa efficienza e zero praticità.
Di qui la richiesta: “Ripristinate quanto prima il sistema Smart CIG, o gran parte dell’attività del territorio resterà ferma al palo”. Istanza cui Paolo Sartorio aggiunge un ulteriore appello: “Eliminate del tutto l’obbligo di CIG per gli acquisti inferiori ai 5 mila€, nel nome di una trasparenza che non può e non deve danneggiare sindaci e imprese fornitrici”.

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