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Samarate, ATS dice no. AstraZeneca, la palla al vaccinatore

La curva dei contagi torna a calare, seppur lievemente. Pollice verso al sindaco Puricelli, che aveva chiesto “il modello Viggiù”. I 60-79nni potranno usufruire di farmaci alternativi, ma la decisione sarà presa all’ultimo (col rischio di rinvii)

La buona notizia è che la curva dei contagi mostra una lieve tendenza alla diminuzione. La cattiva è che la guardia resta alta, perché il rischio di nuove impennate è tutt’altro che scongiurato.

ATS Insubria riassume in una mezz’ora il suo appuntamento settimanale e affronta, tra l’altro, due dei temi più dibattuti del varesotto: il caso Samarate e i continui inciampi di AstraZeneca.

Sul fronte samaratese, l’Agenzia risponde picche al sindaco Enrico Puricelli, che ieri, da Rete55, aveva invocato il “modello Viggiù”, cioè una campagna di massa utile ad arginare il preoccupante incremento di contagi registrati in città, soprattutto nella frazione di Cascina Elisa (per riascoltare le sue dichiarazioni, clicca qui).

Sul punto, la dottoressa Elena Tettamanzi è chiara e telegrafica: “Samarate non presenta circostanze analoghe a quelle che registrammo, in quei giorni, in Valceresio. I casi positivi non sono così anomali, rispetto al territorio circostanti e il quadro appare, comunque, in graduale miglioramento”.

Sul fronte di AstraZeneca, invece, la situazione è tutto fuorché semplice. Al momento, la somministrazione del farmaco è consigliata alla fascia tra i 60 e i 79 anni. ATS sa bene che vi sia un buon numero di persone affette da patologie, fragilità o cronicità che sconsigliano l’inoculazione del vaccino anglo-svedese. A questi ultimi sarà quindi somministrato il Pfizer, o in alternativa il Moderna.

Già, ma come? Qui la faccenda si complica. Perché se è vero che la platea di cronici costantemente monitorata potrà contare su convocazioni dirette e mirate, magari in ospedale, per altri soggetti, armati solo di documenti personali o di schede cliniche, il nodo verrà sciolto solo all’ultimo momento, cioè nel centro vaccinale.

La decisone finale spetterà al vaccinatore, il quale potrà decidere di somministrare, sul posto, un altro tipo di farmaco o, in assenza di dosi Pfizer o Moderna, di fissare un nuovo appuntamento. Quest’ultima ipotesi, naturalmente, è quella che preoccupa di più e che ci si augura si riduca a un numero irrisorio di casi. Altrimenti, la macchina vaccinale, finalmente avviata, potrebbe nuovamente ingolfarsi.

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