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Categoria: Ammiriamo la bellezza del Santuario

Dopo le virtù teologali e monastiche, ne troviamo altre 4: Penitenza, Digiuno, Orazione, Santità. Iniziamo a soffermarci sulle prime…

Obbedienza e Silenzio, oggi continuiamo l’analisi delle virtù “monastiche” dipinte sull’arco della navata destra del santuario.

La povertà cristiana è una virtù grande, grandissima, che abbraccia tutto il mistero del coinvolgimento di Dio con l’umanità, della sua divina condiscendenza.

Concludiamo il ciclo delle virtù, dipinte nella navata destra del Santuario, con Carità e Umiltà.

Sostiamo oggi sulle otto Sibille, dipinte da Giovan Mauro della Rovere nel 1637, sopra il cornicione, nella navata centrale.

Maria, la creatura più eccelsa fatta da Dio, ha avuto anche l’onore di essere eternamente accanto al Figlio, come Regina del suo regno. Questo “titolo” torna spesso nelle “litanie lauretane”.

Le litanie rappresentano una invocazione all’azione di Dio in Maria e nella Chiesa. Questo canto ebbe inizio all’incirca nella prima metà del XVI secolo nella Santa Casa di Loreto e si diffuse sino a diventare una delle preghiere più popolari a Maria.

Nella volta affrescata dal pittore di Velate salvatore Bianchi, nel corpo ribassato a prolungamento della navata centrale, sono tre episodi che esaltano eroine bibliche, per prefigurare le tante vittorie della Vergine.

I Profeti biblici sono annunciatori della salvezza di Israele e di tutta l’umanità per opera del Redentore, il Messia promesso da Dio.

Nella navata centrale del Santuario, in chiave di volta è rappresentata l’Assunzione di Maria, attorniata da uno stuolo di angeli, che simboleggiano il paradiso. L’opera è di Giovan Paolo Ghianda (1624 circa).

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