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Smart Working, il rischio della “prigione domestica”

Erika Minazzi osserva le due reazioni opposte al lavoro in remoto: chi ha trovato, nell’impiego a distanza, una fonte di maggior comodità. E chi, al contrario, vede la lontananza dall’ufficio come foriera di disagio e inediti conflitti

Che effetto ha avuto lo Smart Working, o poi in generale il lavoro in remoto, sulla quotidianità di chi è obbligato a praticarlo?

Se lo chiede la dottoressa Erika Minazzi, psicologa e psicoterapeuta, in questa nuova puntata di Psicologia in Pillole, che affronta le diverse reazioni riscontrate nei suoi interlocutori: in alcuni, sollievo. In altri, ansia e disagio.

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