Nel 2011, Andrea Nonis aveva dieci anni e una passione sconfinata per la pallanuoto, che aveva iniziato a praticare da poco. La sera del 31 ottobre era uscito con i suoi amici per il classico «dolcetto o scherzetto», da vivere con spensieratezza in una notte di Halloween che doveva essere serena ma assunse invece toni tragici: Andrea fu investito da una macchina, mentre camminava ai bordi della strada, e sprofondò nel buio.
Dopo dieci giorni di coma, si risvegliò e per lui incominciò un lungo periodo di riabilitazione, necessario per curare le ferite al volto e alla gamba destra.
Il percorso per riprendersi la vita di sempre non fu facile e Andrea dovette anche misurarsi contro la stupidità dei bulli, che a scuola lo prendevano in giro, chiamandolo «storpio».
Ma la sua forza d’animo e il suo «cuore puro» lo hanno trascinato verso nuove mete. Rientrato in vasca nel 2014, come colonna portane del progetto promosso da Waterpolo Ability di Busto Arsizio, lotta ora per far parte della nazionale paralimpica di pallanuoto. Ospite nella trasmissione di Filippo Brusa, riassume così la sua formula: «Vincere è una soddisfazione personale per continuare a lottare e per avere fiducia in se stessi, infatti il mio motto è never give up».
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La forza di un cuore puro che non molla mai
Investito la sera di Halloween del 2011, Andrea Nonis ha dovuto lottare per riprendersi la vita di sempre e non si è fatto intimorire dalla strada in salita o dalla stupidità dei bulli, che a scuola lo chiamavano «storpio». Spinto dal motto «never give up», è riuscito a diventare una speranza della pallanuoto paralimpica italiana
- Pubblicato il
Filippo Brusa
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