“Le imprese metalmeccaniche sono maschiliste”.
Almeno secondo la FIOM CGIL, che da un’analisi effettuata su una cinquantina di aziende del varesotto, piccole, medie, grandi e grandissime (come i colossi Leonardo, Whirlpool e Bticino), deduce delle marcate iniquità nella politica degli aumenti.
“Colpa di una parità di genere molto sbandierata ma poco applicata”, denuncia Gaia Angelo.
“Occorre insistere sulla contrattazione collettiva, che evita le storture tipiche delle trattive meno condivise e maggiormente unilaterali”, incalza il segretario generale Giovanni Cartosio.






