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Tamponi rapidi (e nasali): pochi ma buoni

Danilo Parlatano, di una società privata che commercializza gli strumenti, spiega il funzionamento dello stick, sottolineandone affidabilità e semplicità. La criticità? “Meno diffusi di quanto vorremmo. Peccato che, in Italia, non se ne producano”

Tra gli strumenti sanitari più invocati, in questa infinita emergenza covid, i tamponi sono senza dubbio quelli più citati, invocati e pretesi, perché consentono di distinguere i soggetti positivi al fine di isolarli.

Spesso, però, l’esito del test diventa parte del problema, perché i tempi di attesa incidono sulla macchina organizzativa e sui rischi di ulteriori contagi.

Ne parliamo con Danilo Parlatano della società Twin Helix, che commercializza strumenti di ricerca e reagenti, il quale ci spiega come funzionano i tamponi rapidi nasali. Pratici, poco invasivi, facili da usare. “E affidabili“, sottolinea il manager milanese, rispondendo, indirettamente, a chi mette in dubbio la credibilità del test fai-da-te (per rivedere, in proposito, le dichiarazioni del direttore sanitario di ATS Insubria, clicca qui). “Il rischio, seppur marginale – precisa Parlatano – è il falso positivo, non il falso negativo“.

Nel servizio, l’intervista che Parlatano ha rilasciato a Matteo Inzaghi.

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