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L’altra Saronno: minacce, incendi e pistole puntate

11 ordinanze per il racket del calcestruzzo. Carabinieri in azione anche in Calabria per un giro legato alla ‘ndrangheta che si assicurava appalti a suon di pressioni, violenze e auto in fiamme. All’origine delle indagini, le 6 vetture del Comune bruciate

Le indagini dei Carabinieri partono dalle 6 auto del comune di Saronno distrutte da un incendio doloso nel Settembre 2017. E si concludono oggi, a 5 anni di distanza, con 11 misure cautelari, 5 delle quali in carcere, una ai domiciliari, divieto di dimora nel varesotto per due e obbligo di firma per altri tre.

In mezzo, una lunga e inquietante serie di pressioni, intimidazioni e vere e proprie minacce, tese ad aggiudicarsi appalti o subappalti (gli inquirenti parlano di “racket del calcestruzzo“). Con diverse parentesi ancor più violente, come il pestaggio di un imprenditore o la pistola puntata alla nuca del titolare di una concessionaria auto di Cislago, costretto a versare 60 mila euro in ossequio a un credito inesistente.

Gli indagati, spiegano in una nota i militari agli ordini del Maggiore Fortunato Suriano, sono inseriti nel tessuto imprenditoriale di Saronno, Cislago e Gerenzano e alcuni di loro sono originari di Reggio Calabria e hanno legami con esponenti della ‘ndrangheta che spadroneggia sul versante tirrenico dell’area reggina.

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