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UPIM chiude, dopo 50 anni. “Inaccettabile”

Lo storico punto vendita abbassa la saracinesca per il mancato accordo sul rinnovo dell’affitto. Al suo posto, pare, una società cinese. A casa 12 dipendenti. D’Aquaro: “Non può finire così. Subito un tavolo di trattativa”

Amaro compleanno per l’Upim di Varese. A 50 anni dall’inaugurazione (aprì i battenti il 12 Marzo 1970), il punto vendita di via Milano, di fronte alla Stazione delle Nord, chiude per sempre.

Al suo posto, secondo i rumors, una serie di attività legate a una società cinese.

Ne dà notizia la Fisascat Cisl dei Laghi, che per voce del suo segretario, Giuseppe D’Aquaro promette battaglia: “Se la chiusura fosse legata a problemi economici, saremmo amareggiati, ma potremmo farcene una ragione. Peccato che il punto sia un altro e cioè un problema di affitto”.

Stando a quanto afferma l’esponente sindacale, infatti, ad ammainare la bandiera di Upim non è un motivo legato all’attività commerciale, bensì alla regola della migliore offerta. Scaduto il contratto di affitto, un nuovo locatario (una società cinese, appunto) ha avanzato una proposta più vantaggiosa, aggiudicandosi il diritto di accaparrarsi gli spazi a partire dal 1 Luglio.

Una svolta che, sul piano occupazionale, lascia a casa 12 lavoratori. Da qui, l’intervento della CISL.

“Attiviamo immediatamente un tavolo per garantire la ricollocazione del personale – afferma D’Aquaro – Purtroppo, questa crisi si inserisce in un quadro già di per sé drammatico, specie per il settore dell’abbigliamento. Ma il pensiero che questi collaboratori rimangano a spasso per colpa di un mancato rinnovo suona come la proverbiale beffa aggiunta al danno”.

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