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Sgarbi, il fascismo e il Caravaggio pasoliniano

Ospite del #SognocheVa di Rosario Rasizza, il noto critico d’arte, nonché fondatore del movimento politico Rinascimento, ha affrontato con la consueta, sfacciata e affabulatoria schiettezza i temi del momento. Senza peli sulla lingua

La prima notizia è il ritorno in presenza del Sogno che Va, ciclo di incontri, ospiti e spunti di riflessione organizzato da Rosario Rasizza e per oltre un anno e mezzo confinato al perimetro del web.

In tal senso, la conferenza di Vittorio Sgarbi al Teatro Santuccio ha riportato gli appuntamenti nella loro sede naturale, fisica, spontanea ed empatica.

La seconda notizia è la doppietta del noto critico d’arte, che ha diviso in parti uguali il proprio intervento: da un lato, immergendosi nel genio caravaggesco, complice il suo ultimo libro, per un suggestivo parallelo tra il genio della pittura e i volti che hanno ispirato il regista Pasolini.

Dall’altro, stuzzicato dal giornalista Stefano Zurlo, parlando di politica, degli attuali equilibri e delle recenti polemiche sugli attacchi alla CGIL e il destino di Forza Nuova. Caustico come sempre, l’istrionico fondatore del movimento politico intitolato al Rinascimento sentenzia: il fascismo non esiste più, il comunismo invece sì. Dopodiché, prende spunto dagli scritti di prestigiosi intellettuali italiani per stigmatizzare quelli che considera i veri nemici della democrazia: gli ipocriti.

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