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Infermieri, pochi e sottopagati. Filippini: “Bisogna cambiare”

Secondo il presidente di OPI il covid ha smascherato le debolezze di una professione con tanti oneri e pochi onori: “Mancano giovani e scarseggiano le prospettive: chi nasce infermiere sa già che non farà mai carriera”

Pochi infermieri, sottopagati, senza ricambio generazionale e attratti dal canto delle sirene svizzere.

Per il presidente Aurelio Filippini il sentiero della professione è sempre più stretto e un cambio di passo si impone.

Il numero uno di OPI Varese ne parla al microfono di Matteo Inzaghi e a margine dell’assemblea di UNEBA, che ha dato ampio spazio alle difficoltà del sistema (per rivedere il servizio, clicca qui).

Da una parte c’è l’esigenza di togliere o allentare il vincolo di esclusività, dall’altro l’obbligo morale e pratico di affrontare nodi storici: stipendi, prospettive di carriera, ricambio generazionale.

 

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