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“Mano tesa a chi vuole vivere, non sopravvivere”

Erika Minazzi analizza la fondamentale distinzione tra un’esistenza vissuta in modo pieno, costruttivo e, inevitabilmente, disseminato di sofferenze e incertezze, e una caratterizzata dalla mera innocua ma non appagante sopravvivenza

La differenza tra vita e sopravvivenza è tornata prepotentemente in auge nel periodo della quarantena. E anche oggi, con la diffusa paura del virus, tante persone si rifugiano in una quotidianità che sacrifica sull’altare della conservazione alcuni degli aspetti più importanti del “saper vivere”.

Ascoltiamo la riflessione di Erika Minazzi, psicologa, psicoterapeuta e psicanalista.

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